Lo scorso 14 novembre, il premier haitiano Ariel Henry ha destituito il ministro dell’Interno Liszt Quitel, il commissario del governo Jacques Lafontant e il ministro della Giustizia Berto Dorcé a seguito di dure sanzioni da parte degli Stati Uniti, con l’accusa di aver abusato delle loro posizioni e aver cooperato con diverse bande armate. Henry ha deciso di rivestire la carica di ministro dell’Interno ad interim in contemporanea con la carica di primo ministro, mentre a Emmelie Prophète Milcé è stato affidato l’incarico del ministero della Giustizia. Nello stesso giorno, alcuni spari contro un convoglio dell’ambasciata degli Stati Uniti e della polizia nazionale haitiana non hanno lasciato feriti tra il personale dell’ambasciata, ma hanno contribuito a rendere l’atmosfera ancora più burrascosa. Queste notizie sono le ultime di una lunga serie di eventi che negli ultimi anni hanno fatto precipitare Haiti in una delle più gravi crisi energetiche, politiche e sanitarie degli ultimi due secoli.
In seguito all’assassinio dell’ex presidente Jovenel Moïse il 7 luglio 2021, presumibilmente commesso da un gruppo di 28 mercenari stranieri, Haiti è infatti diventata teatro di numerosi disordini civili, dovuti ai rincari energetici globali, un’epidemia di colera, carenza di carburante e acqua potabile pulita, fame acuta diffusa e l’estesa violenza di bande armate. Ariel Henry, subentrato in carica come presidente in sostituzione a Moïse, ha ricevuto numerose critiche per le sue politiche, soprattutto quella di porre fine ai sussidi per il carburante, che ha comportato un aumento del 128% del prezzo dei prodotti petroliferi. Questa situazione ha esasperato la popolazione, la quale è scesa per le strade della capitale, Port-au-Prince, per portare avanti violente proteste.

Queste sono poi degenerate in rivolta, e culminate con l’occupazione del terminal di Varreux, il più grande deposito di carburante di Haiti da parte di una decina delle più importanti gang armate, note come G9 e capeggiata da Jimmy Sheizier, ex agente di polizia, conosciuto localmente con il suo pseudonimo “Barbecue”. Il blocco di questo centro di stoccaggio, in cui si trova immagazzinato oltre il 70% del carburante del paese, ha aggravato la situazione per tutto il mese di ottobre, causando non solo la chiusura di numerosi distributori di benzina, scuole, ospedali, negozi di alimentari e società di distribuzione dell’acqua, ma anche la chiusura temporanea di un cospicuo numero di banche e ambasciate, come quella francese, spagnola e giapponese. A questa carenza di risorse, si sommano anche i vari blackout che hanno di fatto paralizzato Haiti.
In risposta al blocco del terminal di Varreux, Henry ha richiesto alla comunità internazionale il dispiegamento di truppe straniere contro le bande armate di Port-au-Prince, destando forti preoccupazioni tra i cittadini haitiani, i quali vedono tale richiesta come una minaccia alla sicurezza di Haiti, e tra la comunità internazionale, memore degli scarsi risultati dei passati interventi – si pensi che Haiti ha visto la presenza di forze militari straniere per quattro volte negli ultimi 100 anni. Tuttavia, alcuni cittadini sono più favorevoli all’idea sulla base della situazione economico-politica e sanitaria che si sta deteriorando in modo esponenziale. Pertanto, una forza internazionale potrebbe aiutare a stabilire una parvenza di ordine.
Tuttavia, tenendo a mente i fallimenti passati degli interventi militari stranieri sull’isola di Haiti, la risposta della comunità internazionale è stata piuttosto cauta a riguardo, come già dimostrato dallo scarso sostegno dei paesi membri delle Nazioni Unite alla proposta statunitense di dispiegare una forza militare internazionale sull’isola. Anche il Canada ha espresso esitazione nell’inviare equipaggiamento militare, mentre la Francia ha categoricamente rifiutato la possibilità di inviare truppe francesi. Cina e Russia si sono espresse raramente a riguardo, sottolineando tuttavia in modo aperto la loro preoccupazione per tale intervento, mentre le Bahamas sono state uno dei pochi stati che hanno accettato di inviare forze militari qualora richiesto.
Nonostante la scarsa disponibilità della comunità internazionale, gli aiuti non sono mancati: quattro giorni dopo la sua richiesta, Canada e Stati Uniti hanno assecondato l’amministrazione Henry con veicoli blindati ed equipaggiamento militare, con il sostegno di António Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite. Nel frattempo, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha votato all’unanimità il 21 ottobre scorso per approvare diverse sanzioni contro Haiti – tra cui il congelamento di diversi asset, il divieto di viaggio per turismo e un embargo sulle armi – nel tentativo di contrastare la violenza diffusa delle bande armate che paralizzano l’isola.

Nonostante numerosi incontri per dibattere su una possibile soluzione, e per quanto, dopo 52 giorni dalla sua occupazione, il terminal sia stato liberato grazie a un’operazione della polizia nazionale haitiana, ripristinando in parte la fornitura di carburante nel paese, rimangono numerosi problemi da affrontare. Problemi di natura sanitaria, come la fame acuta diffusa e una nuova grave epidemia di colera scoppiata ad ottobre, causata soprattutto dall’ostacolazione all’accesso all’acqua pulita da parte delle bande e la scarsità di cure mediche disponibili. Finora si contano 161 decessi e oltre 7.600 casi sospetti. Problemi di natura politica, come il generale malcontento della popolazione nei confronti del governo e la persistenza del controllo violento da parte delle gang armate. Una delle ultime notizie è infatti l’assassinio di Eric Jean Baptiste, leader del partito dei Nazional Democratici Progressisti, e della sua guardia del corpo il 28 ottobre, nello stesso luogo in cui pochi mesi prima era stato assassinato l’ex senatore Yvon Buissereth. Anche le dimissioni del ministro della Giustizia e dell’Interno rientrano nella crisi politica dell’isola.
Dal momento che è difficile stabilire quale sia la soluzione migliore e da dove sia più opportuno cominciare, la comunità internazionale per il momento rimane in un territorio neutrale, mentre Haiti soffoca nel caos.