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Maggio di sangue USA: dopo la strage di Uvalde in arrivo nuova legislazione federale sulle armi

Federico MuscarabyFederico Muscara
Giugno 28, 2022
in Nord America
Reading Time: 7min read
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Maggio di sangue USA: dopo la strage di Uvalde in arrivo nuova legislazione federale sulle armi

Spesso le democrazie occidentali hanno affrontato il problema di come conciliare la difesa delle libertà individuali con la salvaguardia della sicurezza collettiva; negli Stati Uniti il dilemma interessa in particolare il diritto a detenere armi. Negli ultimi vent’anni il numero di pistole e fucili d’assalto detenuto da parte dei cittadini americani è aumentato  sempre di più e con questo anche il numero di stragi. Nonostante ciò, i policy-makers tardano a intraprendere provvedimenti legislativi. Il 18 e il 24 maggio gli Stati Uniti si sono macchiati di sangue per l’ennesima volta. Due le stragi compiute rispettivamente in un supermercato di Buffalo nello stato di New York e in una scuola elementare di Uvalde in Texas. Sabato 18 maggio un ragazzo diciottenne, Payton Gerdon, ha fatto irruzione in un supermercato di Buffalo, frequentato soprattutto da afroamericani, uccidendo 10 persone e ferendone altre tre.

A questo episodio è seguito, il 24 maggio, il dramma consumatosi presso la Robb Elementary School ad Uvalde in Texas. Salvador Ramos, 18 anni,  è entrato nella scuola e, barricatosi in una delle classi, ha ucciso 19 bambini e due insegnanti. Stragi del genere, che in Europa rappresenterebbero un avvenimento eccezionale, negli Stati Uniti  sono diventate una tetra normalità. D’altra parte, se andiamo a confrontare i dati del Center for Disease Control and Prevention possiamo vedere come dal 2000 al 2020 il numero di morti per armi da fuoco di età compresa tra 1 e 24 anni sia aumentato. Il rapporto di frequenza infatti è aumentato da 7,3 a 10,28 morti per arma da fuoco ogni 100.000 decessi, diventando la prima causa di morte tra i giovani di età compresa tra 1 e 24 anni.

Diversi i motivi alla base di questi numeri allarmanti: secondo molti, soprattutto da parte democratica, l’aumento di queste morti è dovuto alla maggiore circolazione di armi da fuoco nel paese. Parlando di dati, un report pubblicato dal Bureau of Alcohol, Tobacco, Firearms and Explosives, commissionato dalla Casa Bianca, con riguardo al periodo 2000-2020, mostra “il ritratto vivido di una nazione armata fino ai denti”, come affermato dal giornalista Glenn Thrush del New York Times. Nell’ultimo ventennio, se consideriamo fabbricazione, esportazione e importazione di armi negli Stati Uniti, vi è stato un aumento rispettivamente del 187, del 240 e del 350 per cento. Perchè non è stato fatto nulla dal punto di vista legislativo per risolvere tale situazione?

Diverse risposte sono possibili. Come già detto, una grande parte di responsabilità può essere ricondotta al fatto che nella maggior parte degli Stati federati la legislazione sul possesso di armi è particolarmente permissiva. Infatti, il diritto a possedere delle armi è uno dei principi alla base della costituzione americana, il cui secondo emendamento recita: «Essendo necessaria alla sicurezza di uno Stato libero una ben organizzata milizia, il diritto dei cittadini di detenere e portare armi non potrà essere infranto.»

D’altra parte, all’epoca in cui venne promulgata la Costituzione americana nel 1789, era necessario che la maggior parte dei cittadini fosse armata per avere la possibilità di formare delle milizie popolari qualora ce ne fosse stato bisogno, per contrastare eventuali mire espansionistiche del colonialismo europeo. Ci si aspetterebbe quindi che l’interpretazione della Carta venga aggiornata, così come fatto con tanti altri testi fondamentali. Nonostante questo, la Corte Suprema statunitense sembra non aver cambiato di una virgola la sua interpretazione del secondo emendamento, e una sentenza del 2008 dichiara incostituzionale una legge dello stato della Columbia, che aveva in precedenza limitato fortemente il possesso di armi dei cittadini dello Stato.

L’inerzia legislativa è dovuta anche all’azione di lobbying di alcuni gruppi, come l’NRA (National Rifle Association) che sistematicamente ostacola, durante le campagne elettorali, i candidati che vogliono introdurre maggiori regolamentazioni al possesso di armi. Paradossalmente, tre giorni dopo i tragici fatti di Uvalde, si è tenuto sempre in Texas – a Houston – il congresso annuale dell’NRA, a cui hanno partecipato, fra gli altri, l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il senatore repubblicano Ted Cruz. All’evento era invitato il governatore repubblicano del Texas Greg Abbott, che ha deciso di rinunciare all’ultimo per partecipare ad una commemorazione per le vittime della strage di Uvalde.

Gli interventi che si sono succeduti durante la convention permettono di capire cosa pensi una parte dell’elettorato americano sul possesso di armi. Ted Cruz, durante la conferenza ha affermato: “Inevitabilmente, quando c’è un assassino di questo tipo, vedi i politici che cercano di politicizzarlo, vedi i democratici e molte persone nei media la cui soluzione immediata è cercare di limitare i diritti costituzionali dei cittadini rispettosi della legge….Questo non funziona, questo non impedisce il crimine.”

Inoltre, il commento ufficiale dell’NRA sulla strage è stato:“Mentre ci riuniamo a Houston, rifletteremo su questi eventi, pregheremo per le vittime, riconosceremo i nostri membri patriottici e ci impegniamo a raddoppiare il nostro impegno per rendere sicure le nostre scuole”.

Interventi di questo tipo permettono di capire come secondo l’opinione repubblicana sia necessario armare ancora di più i cittadini al fine di rendere gli spazi pubblici più sicuri. Nonostante alcuni esponenti politici difendano la libertà e la necessità di possedere armi da fuoco, è possibile rintracciare alcune voci dissidenti all’interno del coro repubblicano, che segnalano come l’elettorato si stia muovendo su posizioni sempre più distanti da quelle dell’NRA, ovvero verso una maggiore regolamentazione per il possesso delle armi da fuoco. Secondo il repubblicano Frank Lutz, consulente veterano e sondaggista: “Il pubblico si è allontanato dalla posizione dell’NRA e verso una ragionevole legislazione sulla sicurezza delle armi da più di vent’annii”.

Questa tendenza è confermata dal fatto che la nuova legge federale sulla regolamentazione sul possesso di armi da fuoco, appena approvata dal Senato del congresso americano, è stata votata da diversi senatori di parte repubblicana. La proposta chiamata “Bipartisan Safer Communities Act” è stata scritta da due senatori democratici e da due senatori repubblicani, e ha ricevuto 64 pareri favorevoli e 34 contrari. Per tale ragione dovrebbe passare senza alcun tipo di problema anche alla Camera dove i democratici, storicamente più favorevoli all’introduzione di maggiore regolamentazione, hanno la maggioranza. La legge attribuirà alle autorità il potere di controllare i precedenti penali e le informazioni sulla salute mentale delle persone minori di 21 anni interessate a comprare un’arma, oltre a finanziare le operazioni di confisca per armi possedute da persone ritenute socialmente pericolose.

Nonostante la legge non sia particolarmente ambiziosa,  può essere un primo passo verso un processo di cambiamento della legislazione americana in materia, considerando come da decenni non è mai passato un provvedimento legislativo a livello federale sul possesso delle armi. Se qualcosa si è mosso coinvolgendo una maggioranza bipartisan è forse arrivato il momento di cambiare, perché negli Stati Uniti si muore sempre di più per stragi da arma da fuoco e non è più possibile aspettare.

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Tags: armicostituzioneNRAsicurezzaStati Uniti
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