Le prime settimane del 2022 hanno visto una nuova escalation delle tensioni tra Russia e Ucraina sotto lo sguardo preoccupato dei paesi occidentali. Da tempo, infatti, l’Ucraina considera di aderire alla NATO, mentre la Russia non intende affatto rinunciare alla propria influenza su un’ex-repubblica sovietica con cui non solo condivide oltre 1500 chilometri di confine, ma da cui transita anche quasi il 40% del gas russo destinato all’Europa.
Il governo di Mosca, sinora, ha sempre dichiarato di non tollerare ulteriori espansioni a Est della NATO dopo l’adesione delle repubbliche baltiche e dei paesi dell’ex Patto di Varsavia. Per scongiurare uno scenario simile, il Presidente Putin minaccia un intervento armato come quello che nel 2014 ha causato l’annessione della Crimea e la formazione di repubbliche separatiste di matrice filo-russa nella regione del Donbass orientale. Viste queste premesse, le diplomazie europee sono al momento impegnate in un lavoro senza tregua per scongiurare un ulteriore deterioramento delle relazioni russo-ucraine, che potrebbe tradursi, nella peggiore delle ipotesi, in un intervento militare da parte della Russia.
In tale contesto, dominato dall’imprevedibilità dell’esito geopolitico dello scontro, v’è una certezza: l’economia in affanno. Le attuali tensioni geopolitiche stanno infatti avendo effetti negativi sulla stabilità economica e finanziaria dell’Ucraina. Le molteplici minacce alla sicurezza interna hanno già determinato una considerevole fuga di capitali. Inoltre, l’Ucraina sta perdendo l’accesso ai mercati internazionali dei capitali.

É questo il motivo per cui l’Unione Europea non ha esitato ad intervenire in ausilio dell’Ucraina. Come ha affermato il ministro dell´Economia e delle Finanze francese Bruno Le Maire: “L’UE è al fianco dell’Ucraina, anche sul fronte economico. Le attuali tensioni geopolitiche stanno avendo gravi ripercussioni economiche sull’Ucraina. Gli Stati membri sono pronti a fornire assistenza macrofinanziaria per un valore di 1,2 miliardi di euro. Sono lieto di annunciare che oggi abbiamo deciso di sostenere la proposta della Commissione, in modo che l’aiuto finanziario possa arrivare all’Ucraina il prima possibile”. La decisione è infatti frutto di una proposta della Commissione Europea, approvata all’unanimità dai Rappresentanti Permanenti dei singoli Stati a Bruxelles.
Tale intervento affonda le proprie radici nell’Accordo di Associazione UE–Ucraina, negoziato già a partire dal 2011 ed entrato in vigore il 1º settembre 2017. L’accordo “promuove l’approfondimento dei legami politici, il rafforzamento dei legami economici e il rispetto dei valori comuni europei”, avvicinando maggiormente l’Ucraina e l’Unione europea. La parte economica dell’accordo, ossia la zona di libero scambio approfondita e globale (DCFTA), offre un quadro per la modernizzazione dell’economia e delle relazioni commerciali dell’Ucraina.
Da parte europea, tuttavia, il massimo impegno a sostegno dell’Ucraina è anche giustificato dall’interesse di minimizzare le ripercussioni economiche di un potenziale conflitto sull´Unione Europea. Sia la Russia, sia l’Ucraina sono infatti partner commerciali strategici per l’Unione Europea nel settore energetico e alimentare. Ad oggi, oltre il 40 % del gas naturale importato in Europa è di origine russa e buona parte di tali riserve energetiche transita proprio attraverso l’Ucraina.

In secondo luogo, il clima di incertezza sul confine russo-ucraino fa volare le quotazioni internazionali di materie prime fondamentali per l’alimentazione umana e animale. Ad inizio febbraio, le quotazioni di grano e mais hanno registrato rispettivamente un incremento del 4,5% e del 5% in una sola settimana. Coldiretti si è detta allarmata a fronte dell’aumento dei prezzi dei prodotti agricoli presso la borsa merci di Chicago, il principale mercato regolamentato per lo scambio di futures nel settore, arrivando a paventare “il rischio concreto di carestie e tensioni sociali“.
Se i settori energetico ed alimentare in Europa risultano al momento quelli maggiormente interessati dal conflitto russo-ucraino, è probabile che futuro ve ne saranno altri. L´accordo di Associazione UE – Ucraina del 2017, infatti, ha posto le basi per una sempre maggiore cooperazione economica che rischia, però, di incorrere in una pesante battuta di arresto. Per evitarla, la diplomazia europea è chiamata a giocare un ruolo delicato nella conciliazione degli interessi propri e delle altre parti interessate, per la salvaguardia del bene comune.
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