Tra i numerosi settori messi in ginocchio dalla pandemia di Covid-19, quello dell’istruzione è sicuramente uno dei più colpiti. La chiusura prolungata di scuole e università – stando all’Unesco la media mondiale è di 22 settimane – ha avuto gravi ripercussioni sugli studenti di tutto il mondo, sia psicologicamente che economicamente.
Lampante è il caso della Francia, che nonostante sia uno dei Paesi europei in cui la didattica in presenza è stata interrotta per meno tempo, presenta un quadro allarmante.
Come è facilmente evincibile dal primo sondaggio di questo genere, condotto da IPSOS in Francia nel giugno del 2020, la salute mentale dei giovani francesi tra i 18 e i 25 anni è in costante peggioramento. Al momento, infatti, più di tre quarti della popolazione universitaria afferma di essere stata colpita psicologicamente, emotivamente o fisicamente (76%, + 3 punti) dall’inizio della crisi sanitaria nel marzo 2020, una percentuale che sale all’83% (+ 4 punti) tra gli studenti delle scuole secondarie. A peggiorare il quadro, oltre ai danni emotivi provocati dalla didattica a distanza e dalla carenza di interazione sociale, vi è poi la condizione di difficoltà economica in cui versa la maggioranza degli universitari d’oltralpe. Se, infatti, all’inizio dell’epidemia (Marzo 2020) quasi tre quarti (72%) dei giovani in Francia aveva dichiarato di aver incontrato difficoltà finanziarie, ad un anno di distanza la situazione risulta invariata ed irrisolta.
Per attenuare questa situazione di precarietà dei giovani francesi, diverse iniziative pubbliche e private sono state incentivate e rese facilmente accessibili ad un pubblico più ampio, a partire dal sostegno finanziario fino ad arrivare alla fornitura di alloggi. Abitare in Francia, infatti, non costa poco. Soprattutto nelle principali città universitarie – come Tolosa, Lione o Rennes, per citare le prime tre – l’affitto medio di un appartamento ammobiliato si aggirava intorno ai 771€ al mese nel 2019, un costo decisamente alto da coprire anche per coloro che dispongono di una borsa di studio.
A questo proposito, sono utili gli aiuti economici erogati dalla Caisse d’Allocations Familiales (CAF), un organismo di competenza dipartimentale specializzato nell’offrire un sostegno finanziario alle persone con difficoltà economiche. Essendo l’assistenza abitativa uno dei suoi principali settori di intervento, qualsiasi studente – anche straniero – può richiedere una riduzione del proprio affitto, che sia di un appartamento o di una stanza in una residenza universitaria. La procedura online per beneficiare di un Aide Personnalisée au Logement (APL) è un po’ complicata, data la mole di documenti che vengono richiesti e i lunghi tempi di attesa. E’ quindi consigliabile inviare la richiesta di contributo il prima possibile, ma soprattutto conviene armarsi di una buona pazienza.

Oltre ad essere costoso, trovare casa in Francia è impegnativo. Infatti, uno dei requisiti principali per poter sottoscrivere un contratto di locazione è avere un garante francese, cioè una persona residente in Francia che possa garantire per il locatario nel caso in cui quest’ultimo si trovi in difficoltà nel pagare l’affitto. Ovviamente si tratta di una condizione praticamente impossibile da soddisfare per gli studenti internazionali senza conoscenze in Francia, per questo motivo esiste la cosiddetta garantie Visale: si tratta di un servizio completamente gratuito erogato dal gruppo Action Logement – specializzato nel facilitare l’accesso alle abitazioni per favorire l’occupazione – il quale, in poche parole, si sostituisce al garante e si impegna a rimborsare il locatore in caso di inadempienza da parte dell’affittuario. Naturalmente, quest’ultimo dovrà in seguito risarcire Action Logement di tutte le spese entro certe scadenze determinate in base alla sua situazione finanziaria.
Come già accennato, trovare un’abitazione in Francia non è facile. A causa dell’alta domanda di alloggi nelle città studentesche, infatti, è necessario incominciare la ricerca con mesi e mesi di anticipo. Senza contare che, se si decide di affidarsi ad un’agenzia immobiliare, i costi di agenzia sono molto elevati e la maggior parte dei siti internet di annunci sono a pagamento. Di conseguenza, uno dei metodi per risparmiare preferiti dagli studenti – e anche uno dei più divertenti – è la cosiddetta colocation, che consiste semplicemente nel condividere un appartamento con altri studenti. Questa è una soluzione abitativa più che valida anche se difficile da realizzare, soprattutto per gli studenti che si trasferiscono in una nuova città dove non conoscono nessuno.
Per ovviare a questo problema, nel 2013 è nata La Carte des Colocs – letteralmente “la cartina dei coinquilini” – una piattaforma online per cercare la colocation ideale in tutte le principali città francesi. Il suo punto di forza è la geolocalizzazione degli annunci su una mappa, che permette in un colpo d’occhio di conoscere la geografia della città e di valutare la posizione di un appartamento rispetto alle università e ai tragitti dei mezzi pubblici. E’ possibile, inoltre, tenere traccia degli annunci già consultati e contattati, il tutto in modo semplice e completamente gratuito.
Se invece si vuole trovare un’alternativa alla colocation, senza però rinunciare alla vita comunitaria, rimangono pur sempre le residenze universitarie. A tal proposito, les Centres Régionaux des Oeuvres Universitaires et Scolaires (CROUS) rappresentano il principale circuito di residenze universitarie in Francia. Oltre ad offrire una vasta gamma di alloggi ad un prezzo accessibile – dalle stanze singole e gli studio, fino ai bilocali e addirittura alle colocation – i CROUS si occupano della gestione di diversi servizi rivolti agli studenti, quali l’erogazione di borse di studio, la promozione di attività culturali e la ristorazione. Per quanto riguarda quest’ultima, ad esempio, gli studenti possono usufruire di una mensa universitaria ad una tariffa estremamente ridotta: 1€ a pasto per chi si trova in una situazione di precarietà, 3,30 € per tutti gli altri. E’ inoltre possibile ricevere assistenza sanitaria gratuita all’interno dei campus, così come un sostegno psicologico in caso di bisogno.

Le agevolazioni studentesche sopracitate, pur attribuendo alla Francia una marcia in più rispetto a molti paesi europei – anche solo l’italia, ad esempio – non le permettono di eguagliare i livelli dei paesi scandinavi, modelli indiscussi per quanto riguarda il sistema educativo e il regime di welfare. Basta guardare la loro spesa pubblica per l’istruzione: come si deduce dai dati Eurostat del 2019, i tre paesi europei che investono maggiormente nell’istruzione sono la Svezia (6,9% del PIL), la Danimarca (6,3% del PIL) e il Belgio (6,2% del PIL), mentre la Francia non supera la soglia del 5,3%. Questo risultato dei paesi nordici non stupisce, se si tiene conto del fatto che i giovani vengono addirittura pagati per studiare. In Danimarca, infatti, non solo l’università è completamente gratuita, ma tutti gli studenti ricevono anche un sussidio di Stato – chiamato “Statens Uddannelsesstøtte” (SU) – pari a 825 €, qualsiasi sia il loro reddito. «In totale, fra sussidi e prestiti calmierati, lo Stato spende quasi 25 miliardi di corone l’anno, equivalenti a 3,3 miliardi di euro: circa l’1 per cento del Pil», spiega David Elmegaard Jensen, funzionario dell’Agenzia che eroga i fondi per conto del ministero. L’efficacia di questo regime di welfare, oltretutto, è confermata dalle statistiche: secondo l’Eurostat, infatti, nel 2017 la percentuale di laureati nella fascia di età 25-34 era del 46,2%, dato considerevole se si tiene che la media europea si aggira intorno al 38,8%.
In sostanza, la Francia dovrebbe implementare le sue politiche pubbliche in materia di istruzione per riuscire ad equipararsi ai paesi del nord Europa. Un miglioramento in questo senso è rappresentato dall’aumento di 1,9 miliardi di euro del budget del Ministero dell’istruzione previsto dalla legge finanziaria 2022, che arriverebbe in questo modo a 57 miliardi di euro, confermandosi la prima voce di spesa dello Stato francese. E’ stato predisposto anche un incremento dei fondi per la Ricerca e l’Insegnamento superiore – dai 28,2 miliardi di quest’anno a 29 miliardi di euro nel 2022 – che si tradurrà in un aumento delle borse di studio e degli aiuti economici per gli studenti in una situazione di precarietà.
Emmanuel Macron in questi giorni si sta preparando a ufficializzare la propria ricandidatura alle elezioni presidenziali di Aprile 2022. La sua rielezione, tuttavia, non è affatto scontata. E’ tuttavia certo che il prossimo inquilino dell’Eliseo avrà molto da fare per migliorare l’attuale condizione studentesca.
Latest posts by Nora Pischedda (see all)
- Le difficoltà economiche degli studenti in Francia all’attenzione dell’Eliseo - Novembre 19, 2021
- I primi future sull’acqua sbarcano in borsa: rischio o opportunità? - Marzo 26, 2021
- Covid-19 e rating sovrani: gli effetti della pandemia secondo le agenzie di rating - Novembre 6, 2020