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Elezioni presidenziali in Perù: è scontro aperto tra futuro e passato

Federico BrignaccabyFederico Brignacca
Aprile 21, 2021
in America Latina e Caraibi
Reading Time: 6min read
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Elezioni presidenziali in Perù: è scontro aperto tra futuro e passato

Lo scorso 11 aprile, le elezioni presidenziali in Perù si sono concluse con un testa a testa tra Pedro Castillo, candidato di Perù Libre, e Keiko Fujmori, di Fuerza Popular. Secondo i risultati forniti dall’Ufficio nazionale dei processi elettorali (ONPE), al primo posto si è posizionato Pedro Castillo con il 19,1%, a seguire Keiko Fujimori (13,3%), Rafael López Aliaga (11,68%), Hernando de Soto (11,58%) e Yonhy Lescano (9,11%).  La partita rimane aperta e sarà decisa al secondo turno, che si svolgerà il 6 giugno prossimo. Anche il risultato delle elezioni congressuali è in bilico. Il conteggio provvisorio evidenzia una disomogenea composizione del Congresso che non porterà stabilità al nuovo esecutivo. 

La competizione elettorale si è svolta in un clima di incertezza a causa dei numeri della terza ondata del coronavirus: una media di 10000 casi al giorno con la conseguente riduzione del numero di posti in terapia intensiva. I dati del coronavirus in Perù, inoltre, non sono confortanti e destano preoccupazione. Nelle 24 ore precendi l’apertura delle urne erano stati accertati 384 morti in una sola giornata, il dato più alto degli ultimi sei mesi. Secondo quanto riporta la BBC, anche cinque candidati alla presidenza su diciotto sono risultati positivi al Covid-19. 

In questo contesto, proprio per scongiurare un aumento dei contagi, agli elettori è stato imposto l’utilizzo della mascherina e di votare con una matita portata da casa. 

Sul piano politico, invece, i principali commentatori avevano predetto che sarebbero state le elezioni più incerta dell’intera storia repubblicana del Paese. Non tralasciamo, del resto, che negli ultimi cinque anni il Perù ha visto succedersi ben cinque differenti presidenti. “Non siamo mai arrivati alla vigilia delle elezioni con così tanti candidati” ha dichiarato Alfredo Torres, a capo di Ipsos Perù. 

Nel ballottaggio di giugno il Perù dovrà confrontarsi da una parte con i socialisti, spinti dallo scontento per la situazione economica e per la gestione della pandemia, e dall’altra con la figlia di Alberto Fujimori, sanguinario Presidente del Perù degli anni Novanta. Entrambi i candidati, Pedro Castillo e Keiko Fujimori, pur avendo percentuali di voto più alte rispetto agli altri in corsa, sono ben al di sotto della maggioranza semplice, utile a strappare un biglietto per occupare la seggiola più alta del Palacio de Gobierno.

Le differenze tra i due candidati sono abbastanza evidenti.: Castillo vuole riscrivere la costituzione e puntare sulla produzione di rame, invece la Fujimori dovrà affrontare un processo per riciclaggio di denaro per il quale i pubblici ministeri hanno chiesto una condanna a 31 anni di carcere. Date le limitazioni imposte per motivi giudiziari, ha annunciato che chiederà al giudice il permesso di viaggiare dopo aver manifestato di voler bussare alle porte degli abitanti delle regioni più povere del Paese andino. Lo scorso mercoledì 14 aprile, Keiko Fujimori ha inoltre dichiarato che le elezioni di giugno saranno una battaglia tra “mercati e marxismo”, esortando allo stesso tempo i peruviani a superare l’odio che sta ostacolando l’economia e la fiducia nel governo. “Propongo ai peruviani di stringersi la mano, non di impegnarsi in una guerra di classe che ha fatto così tanti danni a tutta l’umanità. Invece di aprire altre ferite, dobbiamo curarle” ha dichiarato le leader di Fuerza Popular. Le linee programmatiche della Fujimori hanno come obiettivo il pieno sviluppo del Paese attraverso il supporto alle piccole e medie imprese per evitarne la nazionalizzazione. Ha anche dichiarato apertamente il suo ‘no’ al marxismo e il suo sostegno all’economia sociale di mercato. 

“Se votiamo per Keiko torneremo alle stesse vecchie cose, se votiamo per Pedro Castillo, cambierà tutto il Perù” ha affermato Luis Rojas, elettore iscritto nelle liste elettorali di Lima, ai microfoni di Reuters. Al contempo, l’ascesa del socialista di Castillo è stata molto rapida. Nell’ultimo mese gli exit poll hanno mostrato un incremento del sostegno da parte degli elettori alle sue politiche. Pedro Castillo, verace leader sindacale, indossa spesso un sombrero da campesinos e si è presentato ai seggi a cavallo. Con il suo volto nuovo nella politica peruviana ha conquistato le preferenze di 16 dipartimenti, non sufficiente a battere la Fujimori ma un importante punto di partenza per il secondo turno. “Invoco il popolo peruviano – riporta La República – a non credere ai fantasmi, a negare e condannare chi dice che siamo terroristi o comunisti. A loro non importa che la gente non mangi, ed è per questo che siamo qui per andare avanti e restituire dignità alle persone” ha dichiarato Castillo, in risposta a quanti criticano le sue proposte politiche e la sua partecipazione alle elezioni. “Il vero terrorismo è la fame, l’abbandono e la corruzione” ha aggiunto, invitando il mondo dell’impresa a scommettere su di lui.

La popolazione da diverso tempo denuncia a gran voce la corruzione nella politica anche alla luce dei due eventi di settembre e novembre: il presidente Martin Vizcarra, dopo essere stato accusato di corruzione, è stato rimosso. Al suo posto, il 10 novembre, secondo la Costituzione, è subentrato il presidente del Congresso peruviano Manuel Merino. Dopo numerose proteste durate diversi giorni e represse in modo violento dalla polizia, il neo presidente è stato costretto alle dimissioni. “Siamo stanchi di tanta corruzione e dello stesso modo di governare, è ora che il Perù cambi” – ha detto l’elettore Jhony Paucar – sottolineando come la popolazione non sopporti più la dilagante corruzione politica. 

Cruciale potrebbe essere la campagna elettorale a Lima, dove nessuno dei due candidati ha brillato. Fujimori, con 723.112 voti, ha raggiunto il terzo posto, mentre Castillo, con 400.939 voti, il quinto posto. Come l’Ohio alle Presidenziali americane, così gli exit poll nella capitale del Perù potrebbero svelarci il volto del nuovo Presidente della Repubblica.

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Tags: 6 giugnokeiko fujimoripedro castilloperùpresidente della repubblica
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