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Inizia l’era Biden: quali conseguenze sullo scacchiere mediorientale?

Anna FilippuccibyAnna Filippucci
Dicembre 1, 2020
in Medio Oriente e Nord Africa
Reading Time: 5min read
0
Inizia l’era Biden: quali conseguenze sullo scacchiere mediorientale?

Sia prima che dopo l’annuncio della vittoria di Joe Biden alle presidenziali statunitensi, molti analisti, come per esempio Emma Sky intervistata da L’Espresso, si sono domandati in che modo l’uscita di scena di Trump avrebbe potuto influenzare lo scenario mediorientale. Riguardo la politica estera nella suddetta regione, la “Dottrina Trump” si è basata su due principali linee di intervento. In primis, Trump ha mostrato una propensione per un generale disimpegno nella regione, sia dal punto di vista militare che in termini di leadership politica. In secundis, ha poi rafforzato individualmente i rapporti con alcuni singoli stati. Da un lato, Trump ha ritirato l’adesione degli Stati Uniti dall’accordo sul nucleare (JCPOA), siglato con l’Iran durante la presidenza Obama. Dall’altro ha rinsaldato i rapporti con l’Arabia Saudita, favorendone anche l’avvicinamento con Israele. Indicatori di queste proficue amicizie sono stati la prima visita ufficiale all’estero di Trump come presidente a Riad e il riconoscimento nel 2018 di Gerusalemme come capitale dello stato di Israele. 

Questo quadro racconta una postura nella regione profondamente mutata rispetto agli anni precedenti. Donald Trump è stato fautore dell’isolazionismo USA e dell’abbandono del multilateralismo, puntando su alcune scelte simboliche per uscire dal “pantano mediorientale”. Come conseguenza, la leadership USA nella regione è uscita dall’era Trump molto indebolita. In particolare, uno degli scenari mediorientali più rilevanti per le conseguenze dirette sulla reputazione della superpotenza americana, rimane quello iracheno-iraniano.

Negli anni della presidenza Obama, la presenza militare in Iraq era passata da un contingente di 150.000 soldati a 14.000, decisione simbolo della nuova politica del cosiddetto leading from behind. Trump ha proseguito inizialmente la smilitarizzazione dell’area, ma, in seguito all’assalto all’ambasciata statunitense di Baghdad, ha deciso di approvare l’operazione per l’uccisione del comandante iraniano Quds Qasem Soleimani e del numero due delle Forze di mobilitazione popolare (Fmp) sciite irachene Abu Mahdi. Di lì in poi, è iniziata un’escalation che potrebbe portare a una definitiva uscita di scena degli USA dall’area. 

Con l’elezione di Joe Biden alla presidenza americana, si possono già delineare alcuni scenari della politica estera mediorientale, realistici e coerenti con le dichiarazioni d’intenti del neo-eletto presidente. La cosiddetta “Dottrina Biden” in politica estera, definita nel periodo di vice-presidenza con Obama, si basa su quattro postulati: sostenibilità prolungata dell’intervento armato, rafforzamento costante dei rapporti con gli alleati, valutazione singola delle minacce alla sicurezza americana e ponderazione nell’uso della forza e infine l’importanza dei rapporti umani e personali con gli altri leader.

Nel caso specifico del Medio Oriente, Biden si è dichiarato più volte a favore di un ritorno al multilateralismo e propenso a invertire la scelta di Trump di uscire dall’accordo sul nucleare con l’Iran. Biden cercherà di riportare gli USA a una situazione simile a quella dell’era Obama attraverso la mediazione e il supporto dell’UE. Tuttavia, l’uscita dal JCPOA ha irrobustito consistentemente la figura di “un’America inaffidabile”, non favorendo così la conciliazione. Inoltre, Biden mira a intraprendere un nuovo dialogo con l’Autorità Palestinese al fine di riproporre la soluzione dei due stati indipendenti.

Prevedibilmente, il ritiro dei contingenti militari continuerà, così come un generale disimpegno politico nell’area, principalmente per due motivi. In primis, con il passare degli anni, gli Stati Uniti si sono resi quasi completamente indipendenti a livello energetico. In tal modo, Washington si è potuta gradualmente disinteressare del petrolio mediorientale. In secundis, recenti sondaggi hanno mostrato una graduale riduzione della rilevanza attribuita al terrorismo da parte dei cittadini statunitensi, considerato alla pari di ulteriori disfunzioni domestiche. 

Come sintetizza efficacemente Emma Sky,“l’era della pax americana è finita”. Il ritorno a una politica di leading from behind e l’accettazione del multipolarismo globale saranno gli elementi distintivi della nuova politica estera americana guidata dalla presidenza di Biden.

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Tags: Bidendottrina TrumpIranIraqJCPOAleading from behindTrumpUSA
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